Eppur si muove il mondo, eppur si muove
negli occhi dove il sonno ancor perdura
come ubriaco senso, e sento – dove?
il lavorio che forma ogni creatura.
Sotto le foglie fredde fanno alcove
formicolii di tutta la natura
ed erbe e insetti e semi e ali smuove
l’anima mundi, e ogni destino cura.
Oltre il sonno, oltre la notte e il gelo,
sei tu, Signore, che crei ogni mattino,
sollevi il manto dell’oscura prova
che credevamo fine e oblio; e il velo
della cecità assolvi e il canto fino
del Tuo creato suona ad alba nuova.
P. V.
