di Venator Animarum
“Né pentere e volere insieme puossi, per la contradizion che nol consente.”
La coerenza
è un’unione di
armonia e costanza
di fede e connessione
tra sé e l’azione
tra l’oggi e il domani
tra il dire e il fare
tra l’essere e il testimoniare.
Sei coerente?
Sei tutto,
il resto è niente.
L'etimologia della parola “coerenza” è da ricondursi al latino cohaerentia, derivato dal verbo cohaerēre, che significa ‘stare unito insieme’ (1585) cohaerere (a sua volta, da co- = insieme + haerere = essere attaccato).
In senso stretto, dunque, coerenza è sinonimo di compattezza e nel suo senso lato è una qualità comportamentale, etica, perfino morale, che sta per costanza, armonia, congruenza, corrispondenza.
L’esser coerente, nel significato proprio e figurati, e nelle accezioni specifiche (per le quali, v. coerente): la c. delle parti nel tutto; c. d’idee; c. fra pensiero e azione; uomo di ammirevole c.; c. di organi, in botanica. In fisica, c. di un sistema di unità di misura, c. di radiazioni elettromagnetiche; c. temporale, c. spaziale, a seconda che ci si riferisca alla costanza della fase nel tempo oppure nello spazio; spazio di c. e tempo di c., espressioni in uso per indicare la lunghezza (lungo una direzione di propagazione) e l’intervallo di tempo di cui una radiazione si mantiene coerente.
(© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata)
Il Presidente Sandro Pertini diceva che la coerenza è comportarsi come si è, e non come si è deciso di essere.
Mentre Wilde sosteneva che essa appartiene agli sciocchi, come anche che è l'ultimo rifugio delle persone prive d'immaginazione, e Carroll invitava ad essere ciò che si sembra: difficile…
Il grande Huxley, con sottile senso dell’umorismo, sottolineava a bassa voce come essa sia contraria alla natura, e contraria alla vita: le sole persone perfettamente coerenti infatti sono i morti. E perciò, l’uomo che vuole sempre essere coerente nel suo pensiero e nelle sue decisioni morali, o è una mummia ambulante, o, se non è riuscito a soffocare tutta la sua vitalità, un monomaniaco fanatico. E credo in un certo senso avesse ragione, e forse gliene avrebbe data pure Pirandello.
Morselli, umilmente ammetteva come negli uomini non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni. Forse anche per questo l’hanno trattato come l’hanno trattato.
Adler riferiva che la sola virtù della coerenza è la prevedibilità, e troppi la usano semplicemente per evitare di rischiare.
E Socrate? Egli credeva, o carissimi, che sarebbe meglio che la propria lira fosse scordata e stonata, e che lo fosse il coro che dirigesse, e che la maggior parte della gente non fosse d'accordo con lui e lo contraddicesse, piuttosto che fosse, anche se era uno solo, ad essere in disaccordo con sè stesso e a contraddirsi.
Il mio caro amico Seneca ci ha scritto che è turpe dire una cosa e pensarne un'altra, ma più turpe ancora lo scrivere una cosa mentre l'animo te ne detta un'altra.
E per concludere, il vecchio volpone BB si ostinava a pensare che la coerenza richiede di essere ignoranti oggi come lo si era un anno fa.
“Sii sempre, e resta, fedele a te stesso; ne seguirà, come la notte al giorno, che non sarai sleale con nessuno.”
Dedicato a tutte e tutti coloro che lavorano, innanzitutto, e veramente, su sè stessi
🤍
[Immagine: Roberto Marcello Baldessari, Coerenza Innovativa, disegno astratto a pastello del 1915]
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