di Paolo Veronese
Eppur si muove il mondo, eppur si muove negli occhi dove il sonno ancor perdura come ubriaco senso, e sento – dove? il lavorio che forma ogni creatura.
Sotto le foglie fredde fanno alcove formicolii di tutta la natura ed erbe e insetti e semi e ali smuove l’anima mundi, e ogni destino cura.
Oltre il sonno, oltre la notte e il gelo, sei tu, Signore, che crei ogni mattino, sollevi il manto dell’oscura prova
che credevamo fine e oblio; e il velo della cecità assolvi e il canto fino del Tuo creato suona ad alba nuova.
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