di Carolina Guasina
Cosa è l’arte? Cosa la poesia? Cosa il linguaggio? Ogni tipo di arte, dalla poesia alla tecnica, dal linguaggio alle arti figurative, può essere spiegata in virtù della libertà dell’uomo; l’uomo è infatti libero di esprimere sé stesso in molti modi e, in base alla sua sensibilità, rivela la propria interiorità attraverso la poesia, la pittura, la scultura, la tecnica.
Voglio ora soffermarmi sul linguaggio in generale, in quanto conquista dell’uomo. É comunemente riconosciuto il fatto che il linguaggio sia una convenzione, un puro insieme di segni e suoni che l’uomo, fin dalla sua comparsa nel mondo, ha sviluppato e adottato in forme diverse, per comunicare con gli altri ed esprimere i propri sentimenti. Considerare la lingua solo come strumento dell’uomo credo sia però riduttivo; le parole infatti possono creare suggestioni ed emozioni che vanno al di là della semplice comunicazione. Questo avviene quando il linguaggio diventa poesia e la poesia, in quanto forma d’arte, diviene espressione del microcosmo, dell’interiorità dell’uomo. Borges nel suo Conversazioni americane afferma che la poesia è “una parte essenziale della vita. (…) La poesia è forse la parte fondamentale della vita.”. L’uomo sente la necessità di esprimere ciò che ha dentro e chi ha le capacità, anche tecniche, di farlo, viene considerato artista, in quanto riconosciuto universalmente come portatore e comunicatore di aspetti profondi della nostra esistenza. Oltre al genio dell’artista, relativamente raro, esistono tutti coloro che, non possedendo le capacità tecniche per comunicare in modo chiaro gli aspetti profondi della vita, cercano di dare un senso, “di mettere ordine nel fiume degli avvenimenti insignificanti che costituiscono la propria vita” (T. Todorov, La lettura in pericolo), e lo fanno dedicandosi alla poesia, all’arte e alla letteratura. Il linguaggio, in qualunque forma esso sia, “interpreta il mondo e dà forma a ciò che una forma non ha” (Todorov), aiuta a definire il tumulto confuso di fatti, avvenimenti, pensieri ed emozioni che, senza di esso, andrebbero perduti. Le parole degli artisti, siano poetiche o colloquiali, auliche o comuni, assumono quindi la funzione di modello, di supporto per rimediare alla mancanza di parole insita nell’uomo comune. La funzione delle parole come aiuto espressivo è inoltre legata a quella dell’insegnamento. La letteratura, non solo è in grado di mostrare ciò che è recondito nell’animo umano, ma “rimedia alla nostra ignoranza”: l’ignoranza non va intesa come mancanza di istruzione, ma come una mancanza esistenziale, educativa. Leggere significa immedesimarsi, vivere molte vite, incontrare persone sconosciute, imparare da esse e attraverso un processo dialettico, giungere ad arricchire il nostro universo, aprire i nostri orizzonti. “I romanzi non ci forniscono una nuova forma di sapere, ma una nuova capacità di comunicare con esseri diversi da noi” (Todorov). Questa capacità straordinaria della letteratura è stata rappresentata da molti pittori, come Vincent Van Gogh che nella sua opera La lettrice di romanzi, un olio su tela del 1888, dipinge una donna intenta nella lettura; essa sembra essere isolata dal mondo circostante e sembra non interessarle altro che il mondo fantastico creatosi nella sua fantasia. Il potere della letteratura è proprio questo, suscitare emozioni, far rivivere ricordi, sensazioni, creare mondi diversi e persone da cui apprendere e attraverso cui capire meglio la vita. L’arte è vita? Io credo proprio di sì.
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