di Paolo Veronese
Sotto schiaffi di vento e scrosci e tocchi
il prato è un’onda che si gonfia in suono
ed esala odori di terra e gli occhi
lacrimano infiniti. Di chi sono?
Sparsa di luce opaca, l’aria trema
in invisibili violini e trilli,
ogni corda sussulta, par che gema
inascoltato un cantico di stille.
Quali mani impazzite fra le foglie
dettano assurdi arpeggi e insulse note
nel bosco dove annida ogni creatura?
E quali orecchi ascoltano le ignote
sparse parole, lamentele e voglie
che canta questa pioggia, o natura?
Grazie caro Paolo per la bella poesia