di Paolo Veronese
La mia vita - cosa vuoi - è cosa breve,
un frammento di vetro sulla spiaggia,
dove per un brillio irrequieto di un momento
può riflettersi l'oceano intero, e farsi
poema delle onde dove i marinai hanno bevuto
il rum di tutti i porti e tutte le donne amato,
in un istante, tatuato sull'acqua.
Questo vetro di bottiglia o gemma di sale, è un giorno un'ora o eternità
raccolto nella conca della mano ignota,
che getta la mia polvere nel turibolo del destino,
volta le carte ingiallite del mio passato,
"mio", non saprei, è una nota straniera
caduta lì per una ragione.
Un minuto respirare, per sentirsi
io tu loro noi nessuno
e uno.
Come mai, cosa ci porta l'onda e il sangue
il prisma di cristallo il sale sulla
ferita del nascere e del silenzio.
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