di Paolo Veronese
La nostra bocca storta da balbuzie
non sa dire le buone e comprensibili
idee di questo culto. Noi, i barbari
nella ferraglia delle spade, armati
di sola povertà avanziamo invisibili
fra le folle.
Noi i barbari senza nome
Una patria che forse nei ricordi
trapelava una luce, irraggiava
gli scudi e le corazze d'oro e unguento,
carne dell'eros e ferino ardore
sanguina ancora tra le mani, ai chiodi
e alle catene
Noi i barbari senza domani
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